Repower e i suoi clienti scendono in camper
insieme alla Fondazione Isacchi Samaja Onlus
Voluta dalla sig.ra Amelia Isacchi ved. Samaja, la Fondazione nasce per offrire aiuto concreto e conforto alle persone in estrema difficoltà, nonché opportunità di proseguire gli studi superiori a studenti meritevoli che, per condizioni familiari disagiate, non potrebbero permetterselo.
Fondazione Isacchi Samaja Onlus
Volontariato di strada

Ci muoviamo in camper perché il volontariato è fatto proprio “sulla strada”, a favore di tutte quelle persone che, nella grande realtà cittadina di Milano, vivono situazioni di forte disagio ed emarginazione. Persone con storie diverse, tra queste anche persone che prima potevano condurre una “vita normale”.

Attraverso un’unità mobile infatti, di volta in volta attrezzata sia come ambulatorio sia come magazzino, ogni settimana i volontari della Fondazione percorrono diverse zone di Milano e offrono assistenza medica, cibo e vestiario, beni di prima necessità, informazioni sulle strutture dedicate ai senza fissa dimora e ascolto a chiunque si trovi in grave difficoltà.


Su questa strada, togliamo i limiti
Un servizio che, anche grazie al nostro aiuto, può essere incrementato e garantire nel tempo la continuità che serve.

Cresce quindi il numero delle uscite settimanali e la disponibilità di kit igienici completi, sacchi a pelo e coperte per i mesi più freddi, capi di vestiario e scarpe, farmaci.
Cresce la qualità dei beni offerti, nel rispetto della dignità di chi li riceve e l’unità medica è dotata di nuova e più aggiornata strumentazione.

Una continuità preziosa, che permette ai volontari di intercettare per tempo situazioni di emergenza e monitorare l’effetto delle azioni di recupero intraprese, anche attraverso l’ascolto.


Storie di strada

Piccoli stralci del toccante racconto di Antonio, volontario della Fondazione, in una sera d’uscita insieme ad altri volontari.

Sulla strada, una valigia rotta diventa un armadio, e uno zaino logoro il contenitore di una vita. E il dialogo: «Ti lasciamo una busta anche per domani». «Solo se ne avete abbastanza per gli altri». Spiazzante. Perché sulla strada la prima regola è dividere e prendere secondo le proprie necessità: nessun accumulo.

Spesso la parola “bisogno” non viene pronunciata, ma «Ho imparato a riconoscere come sta una persona dalle scarpe che indossa. Dalle scarpe si possono capire tante cose».

E il viaggio continua tra letti di cartone e mura di cellophane. «D’inverno tendono ad addormentarsi prima per non sentire il freddo, molti sono già sotto le coperte appena chiudono i negozi». Poi ci sono i sorrisi, la gratitudine e, dietro buste di cibo e vestiti, un’altra storia ancora.


Siamo felici quindi di partecipare, anche a nome dei nostri clienti, alle attività della Fondazione che negli anni ha dimostrato come
la solidarietà, l’assenza di pregiudizio e la conoscenza possano liberare dalla paura e fare la differenza.